Incontri anno 2016

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GENNAIO

 

SABATO 16.

Teutones in Pace

All’interno del Vaticano, presso il sepolcro di Pietro, territorio a vocazione sepolcrale sin dall’epoca paleocristiana, sorge il più antico cimitero germanico di Roma. Nel 799 Carlo Magno fonda una prima struttura connessa al luogo di culto (Schola Francorum). Nel corso dei secoli, pur con fasi di decadenza e ricostruzioni, il sito si qualifica per l’assistenza materiale e spirituale ai pellegrini di lingua tedesca e diventa un centro di memorie germaniche, dalle guardie svizzere cadute durante il Sacco del 1527 agli artisti, scrittori e religiosi che hanno qui trovato l’estremo luogo del riposo: Teutones in Pace, come recita l’epigrafe all’ingresso.

Prof. Stefan HEID, Santa Maria in Camposanto e il Cimitero Teutonico. Ore 10,30 all’ingresso del Vaticano in via Paolo VI (Braccio di Carlo Magno). Offerta per la chiesa e prenotazione obbligatoria per ottenere il lasciapassare dalla Guardia Svizzera.

 

SABATO 30.

–  Fratelli, gemelli, medici

Cosma e Damiano, “fratelli, gemelli e medici”, martirizzati sotto Diocleziano nel 303, hanno conosciuto un culto assai precoce e diffuso. La prima chiesa venne loro edificata da papa Felice IV in un’aula del Foro della Pace, nel 527. Benché rinnovata nel 1632, nel suo interno si possono ancora ammirare gli splendidi mosaici risalenti al VI secolo e i resti del Tempio della Pace, ove era esposta la pianta marmorea di Roma antica fatta incidere da Settimio Severo.

Prof. Giovanni CECCARELLI, Basilica dei Ss. Cosma e Damiano. Ore 10,15 in Via dei Fori Imperiali 1.

 

 

FEBBRAIO

 

SABATO 6.

– Una misteriosa storia medievale

“Proseguendo il cammino per la via Portuense …si vede sulla sponda del Tevere l’antichissima chiesa …volgarmente detta santa Passera” (Vasi, 1791). La chiesa venne in realtà dedicata a due santi orientali, Ciro e Giovanni, i cui corpi furono qui traslati al tempo di papa Innocenzo I (402-417). Sorta sui resti di un edificio romano, la chiesa conserva numerosi affreschi. La visita verte in particolare sui dipinti dell’abside, il cui restauro, diretto da Laura Gigli, è occasione per riflettere sulle particolarità iconografiche e iconologiche degli affreschi, studiati con attenzione sotto il profilo stilistico, ma del tutto sconosciuti sotto quello contenutistico.

Prof.ssa Laura GIGLI, Il ciclo di affreschi a Santa Passera, ore 10,30 in via di Santa Passera (offerta per la chiesa).

 

SABATO 20.

– Un popolo di artisti.

Il palazzo della Civiltà Italiana, nato per l’Esposizione Universale del 1942, è una delle massime imprese architettoniche dell’epoca. Emblema di una esplicita ispirazione alla romanità ed espressione di una sensibilità metafisica. Questa architettura, demonizzata dalla critica del dopoguerra, teatro di una cospicua cinematografia, accolta istintivamente dai romani con l’appellativo di “Colosseo quadrato”, ha infine ricevuto un opportuno riconoscimento, testimoniato anche dalla sua ‘adozione’ da parte della Maison Fendi.

Arch. Pierluigi LOTTI, Una Nuova Roma: il Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR. Ore 11,00 in via Quadrato della Concordia, 3 (EUR) davanti al palazzo.

 

MARZO

 

DOMENICA 6.

– La Città dell’acqua.

Durante lavori di ristrutturazione dell’ex Cinema Trevi vennero in luce due edifici, contigui e contemporanei, allineati lungo il vicus Caprarius, un toponimo testimoniato da fonti del XII sec. L’edificio nord è un complesso abitativo di tipo intensivo, un’insula di almeno tre piani con botteghe al pianterreno, risalente all’età neroniana. L’edificio sud, costituito da grandi ambienti con volta a botte, fu trasformato in epoca adrianea ed era probabilmente il castellum aquae dell’acquedotto Vergine. Nel medioevo il piano di calpestio fu innalzato di circa 5 metri e su questo livello, tra il XII e il XIII, vennero realizzate le successive fasi edilizie.

Dott. Andrea COLETTA, L’area archeologica del vicus Caprarius. Ore 10,30 in Vicolo del Puttarello, 25.

 

DOMENICA 20.

– Roma turrita. Il rione Ripa e il Velabro.

L’area compresa tra il Campidoglio ed il Velabro subì negli anni ’30 un profondo mutamento in seguito all’apertura della Via del Mare ed alla costruzione dell’Anagrafe. L’isolamento e la valorizzazione dei monumenti classici provocò la cancellazione dell’antico tessuto e l’alterazione degli edifici medievali: alcuni, come la Casa dei Crescenzi, risultarono decontestualizzati, altri furono pesantemente restaurati o addirittura traslocati.

Dott.ssa Nicoletta BERNACCHIO, Il Monte Savello, la torre dei Pierleoni, la Casa dei Crescenzi, il Palazzo di Nicolò I. Ore 15,30 in via Montanara 1.

 

DOMENICA 27 – Pasqua di Resurrezione. L’Alma Roma formula i più sinceri auguri ai gentili Conferenzieri, ai signori Soci ed alle loro famiglie. L’attività riprenderà con il prossimo Programma che verrà a suo tempo inviato ai Soci e con il seguente anticipo:

 

APRILE

 

DOMENICA 3.

– Quando l’arte va in Borgata. Street Art a Tor Marancia

La Street-art oggi è anche un’opportunità di riscatto di ambienti degradati ed emarginati. È quanto avvenuto nel quartiere di Tor Marancia dove, con l’autorizzazione del Comune e la cooperazione di numerosi sponsor pubblici e privati, venti artisti, provenienti da diversi paesi, hanno realizzato monumentali dipinti murali sulle facciate delle case popolari. Il risultato è una imponente galleria d’arte: 765 litri di vernice e 974 bombolette spray per realizzare murales alti 14 metri, con una superficie di 145 metri quadrati per ciascuno ed un totale di oltre 2.500 metri quadrati di pittura.

Dott. Giorgio SILVESTRELLI, il Museo a cielo aperto di Tor Marancia. Ora 10,30 in via di Tor Marancia, 63

 

ISCRIZIONE OBBLIGATORIA

– Una storia di marmo nel Palazzo Massimo Lancellotti

Attorno al 1668 la Marchesa Rondinini, al fine di realizzare un mausoleo di famiglia, incarica Domenico Guidi, allievo dell’Algardi, di realizzare alcuni ritratti destinati alla chiesa del Monastero dell’Immacolata Concezione. Nacque così una scultura con i tre cardinali di famiglia, ma per una serie di vicissitudini il monumento funebre non venne realizzato e il Monastero distrutto. Come in un romanzo, dopo un peregrinare tra eredità e vendite, la scultura andò dispersa. Solo agli inizi del ‘900 un blocco di marmo raffigurante tre cardinali riapparve, abbandonato presso un marmorario e destinato ad essere fatto a pezzi. Acquistata all’epoca dal Principe Filippo Massimo Lancellotti, la scultura fu collocata nel palazzo di piazza Navona e, dopo i recenti restauri, è tornata a raccontare la sua singolare vicenda.

Dottoressa Maria Giulia BARBERINI, Il monumento dei cardinali Zacchia Rondinini.

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