Visite anno 2013

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Domenica 13 gennaio

Arch. Pierluigi LOTTI

“Le genti d’Italia son tutte una sola”. Il Museo della Repubblica Romana.

Benché effimera (1848-49) la Repubblica Romana rappresenta una delle più alte pagine del Risorgimento: per il coinvolgimento dei tanti patrioti venuti da ogni parte d’Italia, per il sacrificio di un epico assedio, per il valore del suo atto finale: la proclamazione in Campidoglio, il 3 luglio 1849, della prima Costituzione Repubblicana italiana. Aperto nel 1949 all’interno di Porta San Pancrazio, il Museo ha avuto una radicale e modernissima sistemazione nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Domenica 27 gennaio

Dottoressa Giorgia POLLIO.

Il sogno romantico del marchese Massimo. Villa Massimo Giustiniani

Tra il 1817 ed il 1829 il marchese Carlo Massimo fece affrescare dal gruppo dei “Nazareni” il Casino della villa che aveva acquistata dai Giustiniani. Curiosamente il tema iconologico voluto dal marchese non è quello tradizionale delle ville romane, influenzato dalla mitologia o dalla storia classica, ma è ispirato a Dante,all’ Ariosto, al Tasso. La villa Massimo Giustiniani scomparve nel 1871, con la lottizzazione dell’Esquilino; nel reticolo delle nuove strade, circondato dagli edifici umbertini, rimase però il Casino con i sogni romantici del marchese.

Domenica 3 febbraio

Arch. Pierluigi LOTTI.

Le Corbusier va al MAXXI. Mostra L’Italia di Le Corbusier

Il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, aperto recentemente, è il primo museo pubblico nazionale dedicato alla creatività contemporanea. Molte le polemiche suscitate, dalle scelte progettuali iniziali alla controversa gestione attuale. Al di là delle critiche più o meno motivate rimane un’esperienza da vivere: per la struttura architettonica, progettata da Zaha Hadid, per le collezioni di arte e architettura custodite, per gli eventi ospitati, come questa mostra dedicata a un maestro dell’architettura moderna.

Venerdì 15 febbraio

Dott. Andrea COLETTA

Prestigio, memoria e restauro di un sepolcro. Il Sepolcro degli Scipioni.

Gli Scipioni rivestirono le più alte cariche politiche e militari di Roma: il capostipite e console Scipione Barbato; il vincitore di Annibale, Scipione l’Africano; il distruttore di Cartagine, Scipione Emiliano; Cornelia, figlia dell’Africano e madre dei Gracchi, famosi tribuni della plebe. Il carattere monumentale che diedero al loro sepolcro ne fece, più che una teca delle loro memorie funebri, un’esaltazione del prestigio della famiglia. Interratosi e dimenticato nei secoli, nel 1780 venne casualmente riscoperto nello scavo di una cantina e divenne allora meta per i viaggiatori del Grand Tour. Ai primi del ‘900 fu acquisito dal Comune di Roma. Chiuso dal 1992, riaperto dopo i lunghi lavori di recupero, può ora rinnovare la memoria ed i fasti degli Scipioni.

Domenica 3 marzo

Dott.ssa Stefania FOGAGNOLO.

L’altro “Arco di Costantino”. L’arco di Malborghetto.

1700 anni orsono, un imperatore romano veniva sconfitto da un suo generale. Sembrerebbe la storia di un “golpe militare”, frequente nel tardo impero romano; l’imperatore però era Massenzio, il generale Costantino. La vicenda era iniziata il 27 ottobre presso la Flaminia, ove era l’accampamento di Costantino e ove il futuro imperatore avrebbe sognato il suo destino. Il giorno dopo, 28 ottobre 312, finiva l’impero di Massenzio ed iniziava un nuovo “impero universale” per Roma. L’arco onorario posto in memoria divenne poi chiesa, fortezza, casale e, attualmente, un antiquarium pertinente alla via Flaminia.

Domenica 17 marzo

Prof. Riccardo M. DE PAOLI.

La Roma degli Imperatori: il “dopo Costantino”. Il Mausoleo di Santa Costanza.

Alla massima espansione corrisponde anche la massima complessità dell’Impero di Roma: un territorio che va dal mare del nord ai deserti africani, dall’oceano atlantico al Caucaso; un potere suddiviso tra due Cesari e due Augusti; una civiltà multiculturale che affianca tradizioni locali e mode orientali. Nella stessa famiglia imperiale coesistono imperatori come Costanzo (un sovrano orientale che venne a Roma solo dopo 20 anni di regno) e suo cognato Giuliano l’Apostata (un filosofo pagano che promosse il recupero dei culti tradizionali). Esemplare per l’arte del tardo-antico il mausoleo della famiglia di Costantino, poi trasformato in battistero e in chiesa, dove coesistono elementi classici ed espressioni di una nuova arte.

Sabato 23 marzo

Arch. Pierluigi LOTTI.

Il castello della Principessa. Villa Giovanelli Fogaccia.

Chi percorra la via di Boccea noterà, nell’anonimo panorama della periferia romana, una collinetta con una specie di castello sulla sommità. Varcato il cancello, come in una fiaba, ci si troverà in un parco con al centro un edificio. Si tratta di una villa costruita da Marcello Piacentini agli inizi del secolo scorso per i Conti Fogaccia ed ancora abitata dall’erede e custode delle memorie familiari, la principessa Ginevra Giovanelli Fogaccia.

Domenica 7 aprile

Dott.ssa Nicoletta BERNACCHIO

Severa, aspra e rude. Roma turrita.

«Non è facile immaginarsi Roma città turrita … eppure nel lontano medioevo anche Roma eresse le sue poderose ed altissime torri, mezzi formidabili di difesa e di offesa, che gettavano una sfida tacita e severa innalzandosi maestose verso il cielo, con i loro coronamenti di merli quadrati, o tagliati a coda di rondine. Ed esse furono così numerose, specialmente tra l’XI e il XII secolo, che Gregorovius … scrive che se ne numerassero fino a novecento, comprese quelle delle vecchie porte della città. Severa, aspra e rude doveva presentarsi la città medioevale. » (Emma Amadei, Roma Turrita). Il primo itinerario del ciclo su Roma turrita è stato dedicato alla Torre dei Conti, alla Torre del Grillo e alla Torre delle Milizie.

Martedì 16 aprile

Prof.ssa Jolanda NIGRO COVRE.

Malattie, medici, malati e farmaci nella Storia dell’arte.

Nell’ambito della Settimana della Cultura, presso l’Accademia Lancisiana in Borgo Santo Spirito, è stato presentato a cura della Professoressa Jolanda Nigro Covre il libro del nostro Conferenziere Prof. Giovanni Ceccarelli Medici, malati, malattie e farmaci nella Storia dell’arte, una preziosa indagine storica e scientifica del perenne rapporto tra medicina ed

Sabato 27 aprile

Prof. Giovanni CECCARELLI

Come si legge un monumento barocco. Bernini e la Transverberazione di Santa Teresa di Avila.

La cappella Cornaro nella chiesa di S. Maria della Vittoria è un monumento emblematico dell’estetica barocca, civiltà dell’immagine (architettura, pittura, scultura, teatro …): il mondo intero è spettacolo. L’arte diviene strumento di propaganda e di persuasione e la Santa Teresa del Bernini, sintesi di materia e di spirito, di azione e pensiero, una delle massime espressioni.

Sabato 11 maggio

Dottoressa Anna Paola ANZIDEI.

Il segno dell’uomo nell’ambiente naturale. Il Deposito Pleistocenico della Polledrara.

Il territorio a nord-ovest di Roma, tra la via di Boccea e la pianura litoranea, comprende uno dei più importanti complessi archeologici dell’Italia centrale, con un vastissimo arco di tempo che va dal Pleistocene al medioevo. Il parco presenta un itinerario che integra gli aspetti archeologici con quelli geologici e dell’ambiente naturale ed offre al visitatore un quadro complessivo della storia del territorio e del suo popolamento. In tale ambito si inserisce la musealizzazione del deposito pleistocenico della Polledrara di Cecanibbio, la cui scoperta nel 1984 ha suscitato un interesse divenuto sempre più ampio con il procedere dell’acquisizione dei dati archeologici.

Sabato 18 maggio

Arch. Pierluigi LOTTI

Immagine di una terra lontana. L’Istituto Giapponese di Cultura.

L’Istituto Giapponese è stato il primo istituto di cultura voluto dal governo giapponese per diffondere all’estero il proprio patrimonio culturale. Un progetto che si concretizza sin dalla sede. L’edificio è l’espressione moderna di una classica architettura giapponese: strutture che richiamano l’uso del legno in una tipica costruzione giapponese, tetto sporgente, finestre a grate, scalinata d’ingresso. Anche gli interni utilizzano materiali e tecniche provenienti dalla tradizione: superfici di legno, rivestimenti parietali di stoffa, porte scorrevoli di carta giapponese. Attorno all’edificio gli elementi tipici del giardino giapponese: il laghetto, la cascata, le rocce, le piccole isole, il ponticello e la lampada di pietra; ugualmente caratteristiche le piante: il ciliegio, il glicine, gli iris e i pini nani.

Domenica 19 maggio Prof.ssa Laura GIGLI

 

La finestra pontificia su Piazza Navona. L’appartamento di Innocenzo X a Palazzo Pamphilj.

Nel 1644 Giovanni Battista Pamphilj, eletto Papa, inizia la ristrutturazione del palazzo di famiglia a Piazza Navona. Molti gli artisti coinvolti (Girolamo Rainaldi, Francesco Borromini, Pietro da Cortona) per quello che divenne uno dei più bei palazzi romani. I prestigiosi saloni di rappresentanza oggi costituiscono la splendida sede dell’Ambasciata del Brasile. L’ala del palazzo più intrigante rimane però l’appartamento privato del Papa. Contiguo alle sale di rappresentanza, analogo per architettura e programma decorativo, è attualmente separato e destinato ad abitazione privata; un restauro ha consentito il recupero di affreschi inediti.

Domenica 26 maggio

Signor Salvatore IANNI.

«La rosa è il profumo degli dei / la gioia degli uomini / orna le grazie dell’amore che sboccia / è il fiore prediletto di Venere » (Anacreonte, Ode 51). Il Roseto Comunale.

Il Roseto Comunale di Roma è unico al mondo per la sua spettacolare posizione: sulle pendici dell’Aventino e con una magnifica vista sulla città antica e moderna. Sin dall’antichità era qui un tempio dedicato alla dea Flora e in primavera vi si svolgevano i “floralia”. Il Roseto era in precedenza sul Colle Oppio e qui si svolse nel 1933 la prima edizione del Concorso Internazionale Premio Roma, uno dei più antichi nel suo genere. Con gli eventi della seconda guerra mondiale il Roseto andò distrutto e si interruppe la manifestazione. Solo nel 1950 venne allestito l’attuale parco e riprese il Concorso Internazionale.

Sabato 8 giugno

Dott.ssa Giorgia POLLIO

Il Palatino nel Medioevo: San Sebastiano al Palatino.

Pochi luoghi della città sono legati a Roma come il Palatino. Una vicenda che inizia già dalla mitica fondazione del 745 a. C. In età repubblica è residenza del patriziato, quindi diviene sede degli imperatori. Il legame non conosce interruzione nel Medioevo: vi risiedono i rappresentanti dell’Impero d’Oriente, sorgono oratori e cenobi, i Frangipane lo trasformano in fortezza. È questa probabilmente la fase più interessante e meno conosciuta della vicenda.

Sabato 15 giugno

Dott.ssa Stefania FOGAGNOLO.

Mito, abuso e riuso nella Valle della Caffarella. Il parco dell’Appia Antica.

La valle della Caffarella è uno specchio delle vicende, non sempre positive, della città. Sin dalle origini la valle fu teatro di miti e leggende. È attraversata dal fiume Almone, “fiume sacro legato alle origini mitiche di Roma”, ed ancora oggi è ricca di sorgenti. Il territorio presenta anche i tanti segni che nel tempo hanno lasciato i suoi abitatori: gli insediamenti dell’epoca classica, il riutilizzo medievale dei ruderi, l’abusivismo dell’età moderna, l’azione di salvaguardia compiuta dal Parco dell’Appia Antica.

Domenica 23 giugno

Prof. Riccardo Massimiliano DE PAOLI.

La Roma degli Imperatori: un lungo tramonto. Il Museo Nazionale dell’Alto Medioevo.

La fine dell’Impero Romano fu un fenomeno graduale, in città quasi inavvertito. Nel mondo il mito dell’Impero rimane anche nei secoli bui. Roma tardo-antica mantiene una sua vitalità ed è un centro di produzione artistica non secondario. I secoli di trasformazione del mondo antico e di definizione dell’età postclassica vengono documentati da materiali di grandissimo interesse e valore artistico esposti nel Museo dell’Eur.

Domenica 6 ottobre

Arch. Pierluigi LOTTI.

Roma sparita: una città sul fiume. Il Tevere e Roma.

Barca “trajettizia”, Torre dell’Annona, Mola dei Fiorentini, Fonte dell’Acqua Lancisiana, “Loco de giustizia” a Ponte S. Angelo, Porto Leonino, “Bagni” e “Pescaria”. Il rapporto col fiume risale alle stesse origini della città. Un dialogo interrotto dalla costruzione dei Muraglioni e testimoniato da tanti toponimi anch’essi scomparsi.

Domenica 13 ottobre

Dott.ssa Stefania FOGAGNOLO.

Le strade di Roma: la Via Latina ed il Parco di Tor Fiscale.

Oggi interrotta e quasi cancellata dalla crescita edilizia della città, la Via Latina ha avuto un’importanza ed una fama quasi pari alla via Appia, per la rilevanza dei resti archeologici e come percorso alternativo verso il sud. Nodo importante, fino all’età moderna, l’area di Tor Fiscale e del cosiddetto “Campo Barbarico” oggetto di questo sopralluogo.

Domenica 27 ottobre

Dott.ssa Giorgia POLLIO.

« Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, / non la tua conversion, ma quella dote / che da te prese il primo ricco patre! » (Dante Alighieri, Inferno).

Il complesso dei Santi Quattro Coronati. Varcare la soglia dei Ss. Quattro Coronati è una immersione nel cuore del medioevo: il complesso eretto nel IV secolo, ampliato nel VII e nel IX, incendiato nel 1084 e ricostruito nel 1111 è quasi un palinsesto della Roma medievale; ma è soprattutto la decorazione pittorica che ci riporta alle origini stesse del medioevo, con la rappresentazione della conversione di Costantino e della sua sottomissione a papa Silvestro.

Domenica 10 novembre

Sig. Salvatore IANNI.

« Ombra vasta, al di sù, porgeano il cedro, / Il pin, l’abete, e la ramosa palma » (John Milton, Il Paradiso perduto). Il giardino del Cimitero Acattolico.

Il “Cimitero degli Inglesi”, ovvero il Cimitero Acattolico, accoglie i sepolcri di quasi 4000 persone di ogni nazionalità (inglesi, tedeschi, americani, scandinavi, russi, greci, persino cinesi) accomunati da un amore per la Città Eterna che hanno voluto testimoniare anche nella sepoltura. Non è solo l’ombra della Piramide di Caio Cestio che protegge le loro tombe, ma anche pini, cipressi, mirti, allori, rose selvatiche, fiammeggianti camelie. Il tema botanico e quello della poetica del giardino sarà l’insolito filo conduttore della visita odierna.

Sabato 16 novembre

Prof. Giovanni CECCARELLI.

Itinerario in un tempo lontano. Il Celio nel medioevo

In questa Roma nevrotica e stressante percorrere il Celio è un’immersione nel passato: poco frequentato, ampi spazi aperti, un verde che ricorda più la campagna che un parco cittadino, vestigia romane con i segni del tempo, qualche edificio di età lontane. È una suggestione del tutto particolare, non molto diversa da quella provata dal pellegrino medievale. L’itinerario ha come tappe S. Maria in Domnica, S. Tommaso in formis, S. Giovanni de Matha del quale ricorre l’ottavo centenario della

Domenica 24 novembre

Dott.ssa Nicoletta BERNACCHIO.

Roma turrita. Le fortificazioni trasteverine.

« Moltissime erano le torri, per la massima parte distrutte, che si ergevano al di là del Tevere: memorie di grandi illustri famiglie … merita speciale menzione tra tutte le torri del Trastevere quella degli Anguillara … la storica famiglia, oltre ad essere tra le più potenti di Roma, fu anche delle più turbolente… la torre allo sbocco del ponte Quattro Capi passò poi ai Caetani, i quali avevano palazzi fortificati nell’Isola tiberina » (Emma Amadei, Roma Turrita).

Venerdì 29 novembre

Arch. Pierluigi LOTTI

Il conte Primoli, parigino a Roma, romano a Parigi. Palazzo Primoli.

Il conte Giuseppe Napoleone Primoli è stato un tipico “Napoleonide”. Era infatti figlio del conte Pietro e di Carlotta Bonaparte, nipote di Napoleone I. Una vita trascorsa tra la Parigi del Secondo Impero e la Roma Umbertina durante la quale entrò in contatto con i maggiori artisti e personaggi dell’epoca. Fu testimone del suo tempo sia come scrittore che come virtuoso della fotografia lasciando un vivace documento di momenti e figure della Roma mondana e popolare di fine ‘800. Nel 1870 si ritirò nel suo palazzo di Tordinona con la sua biblioteca di 30000 volumi, i suoi cimeli, le sue memorie. “Gegè” Primoli, « Parisien à Rome et Romain à Paris ».

Domenica 8 dicembre

Prof.ssa Laura GIGLI.

Belli, un monumento a Roma; Roma, un monumento al Belli. Il monumento a Giuseppe Gioacchino

L’opera poetica di Giuseppe Gioachino Belli è stata oggetto di numerosi studi ed è stata giustamente definita un “monumento a Roma”. Assai più stimolante, in questo “anno belliano”, ovvero il centocinquantenario della morte del poeta, rovesciare la prospettiva ed esaminare quale è stato il Monumento di Roma al Belli. A cura della direttrice del restauro sono state esaminate le vicende storiche, i problemi di restauro e di conservazione del monumento.

Domenica 15 dicembre

Dott. Andrea COLETTA.

La celebrazione di un impero. L’Ara Pacis

“Ricondussi la pace sul mare liberandolo dai pirati … Allargai i confini di tutte le province del popolo romano … Quando tornai a Roma … dopo i successi riportati … il Senato decretò che si dovesse consacrare un’ara alla Pace augustea nel Campo Marzio … per decreto del Senato mi fu conferito il titolo di Augusto… quando scrissi queste memorie avevo settantasei anni”. L’Ara Pacis, oltre che edificio celebrativo, può anche essere vista come un bilancio esistenziale.

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